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martedì 14 aprile 2015

L'essenziale "Sarto per signora" di Valerio Binasco

Valerio Binasco porta sulle scene del teatro romano, e più precisamente al Teatro Sala Umberto fino al 26 aprile, il testo più conosciuto di Georges Feydeau ovvero "Sarto per signora".



Sono molto legato a questo testo perché esattamente 4 anni fa, proprio in questo stesso periodo affrontavo questo testo con la regia di Benedetto Gandolfo per la mia prima prova di attore in scena per due settimane consecutive presso il Teatro Albertino. E' stata davvero una splendida avventura (nonostante alti e bassi) che comunque mi ha portato a conoscere colleghi attori con i quali tutt'ora collaboriamo.

Per questo avendo visto che dal 7 aprile la compagnia capitanata da Emilio Solfrizzi e guidata da Binasco riproponeva questo testo a me così caro ho deciso di andare subito a vederlo: devo ammettere che seppure non completamente deluso mi aspettavo qualcosina in più, soprattutto a livello registico. Infatti la scena che presenta Binasco è davvero molto spoglia con appena una poltrona buttata sulla destra del palco e due sedie sul fondale da utilizzare per le sedute degli attori. Tutto il resto "è noia", direbbe qualcuno, (con solo le pareti e la fatidiche porte di una casa di benestante dottore di fine '800) ma la recitazione eccellente di alcuni attori del cast supplisce alla scarna scenografia.



Così emergono su tutti Fabrizio Contri, il Bassinet più vecchio e rincoglionito che abbia mai visto, la divina M.me Aigreville, interpretata da Anita Bartolucci che per gestualità e fisicamente ricorda la grande Giuliana Lojodice, e la svampita (fino ad un certo punto) Suzanne in versione emiliana di Lisa Galantini. Il resto del cast compreso lo stesso Emilio Solfrizzi compie appieno il suo ruolo senza però ulteriori picchi, se non in negativo Cristiano Dessì, il servo Etienne troppo caricato e macchietta, e Giulia Weber, inadatta al ruolo della moglie Yvonne per la scarsa e monocorde interpretazione (che non funziona nemmeno se il regista la voleva così un po' "bionda e stupida").

Una classica commedia degli equivoci con scambi di identità e sotterfugi che vi farà passare un'ora e mezza di spensieratezza con la freschezza delle battute del dottore/sarto Moulineaux che nonostante gli anni sono ben più attuali di molti testi contemporanei.




Agente Mat

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