QUELLI CON LA O!

agenti BonMat per servirvi

mercoledì 10 gennaio 2018

Febbre da musical: l'energia travolgente di The Greatest Showman

Un tempo c'era "La febbre del sabato sera". In questo periodo leggo di tanti amici e non a letto con la febbre dovuta alla stagione, ma i sintomi che ho io da ieri sono quelli di febbre da musical!




Da ieri, quando finalmente sono riuscito a vedere il tanto osannato "The Greatest Showman", non faccio altro che ascoltare in loop la stratosferica e potente colonna sonora che con le immagini di questo nuovo musical cinematografico ti danno una carica così forte che vi dico solo che, tornato a casa all'una di notte euforico, mi sono svegliato alle nove e sono andato in palestra (io! capito? di mattina?!?) per cercare di scaricare tutta l'adrenalina ricevuta e non ci sono ancora riuscito del tutto.

Non mi succedeva da diversi anni che un musical mi facesse questo effetto e più precisamente dal 2001 quando "Moulin Rouge" mi stregò completamente, diventando il mio musical preferito tutt'ora. E proprio come ha notato la mia amica Ale Carraro , tante sono le similitudini con il film basato sul leggendario locale di Parigi e il circo creato da Hugh Jackman e la sua combriccola di straordinari freeks.

Ma con questo "sfogo" voglio solo consigliarvi di correre a recuperarlo se ancora non l'avete visto perché di film così forti era un po' di tempo che non ne uscivano. E sì che "La La Land" pure mi aveva colpito fortemente meno di un anno fa, ma questo è il vero POP musical capace con la sola forza delle sue canzoni semplici e "popolari" appunto, di trascinarti nel suo vortice di energia che fuoriesce da ogni angolo dello schermo grazie anche a delle scenografie pazzesche e lo sfarzo dei costumi.

Ma se in "La La Land" i testi di Justin Paul erano legati all'inconfondibile e ricercato spirito jazz di Justin Hurwitz, qui sposano il più catchy ritmo delle canzoni da classifica per diventare indimenticabili brani nel futuro prossimo. La mia preferita è sicuramente "Never enough", ballata intensa ed essenziale interpretata da Rebecca Ferguson, che non ha bisogno di troppi fronzoli per farti venire la pelle d'oca ad un passo dalla fine primo tempo e far sì che tu possa capitolare se ancora non l'avessi fatto con le precedenti canzoni.



Ma anche "Rewrite the stars", uptempo cantata e ballata sul trapezio con prese da acrobati da Zac Efron e Zendaya, lascia il segno, come anche l'apertura con Hugh Jackman in "The Greatest Show" o con Michelle Williams in "A million Dreams", per non citare anche quelle di ensemble come "This is me" capitanata da Keala Settle e "From now on". Insomma una meglio dell'altra, tanto che mi hanno spinto, sempre in questa mattinata energica, a comprare l'intera colonna sonora anche per la bellezza delle voci e della bravura degli attori.

Tra tutti sicuramente spicca Hugh Jackman, che interpreta la riscrittura cinematografica di P.T. Barnum, l'inventore del circo in America, realmente esistito, che balla, canta e recita in modo incredibile; ma del resto le sue caratteristiche artistiche erano già uscite ne "Les Misérables", che nel complesso comunque a me non era piaciuto affatto, dove però era stato tutto girato cantando in presa diretta e non con basi registrate sotto. Sicuramente non sfigura anche Zac Efron, nato e cresciuto con i musical fin da ragazzino, ma che ancora sul ballo mostra qualche piccola pecca, e le meravigliose donne da Zendaya a Keala Settle a Rebecca Ferguson.



Ma, seppure con un ruolo apparentemente marginale, mi vorrei soffermare sul personaggio di Michelle Williams: una donna serena, capace di seguire il marito in ogni sua folle immaginazione seppur non comprendendone il mondo (non essendo e non avendo lei minimamente velleità artistiche) ma sposandone sempre la causa con entusiasmo come del resto canta nel suo unico brano da solista "Tightrope". Ed ecco, forse la donna che ricerco io è proprio questa: che possa comprendere e amare chi sei e ciò che fai senza per forza e necessariamente essere una donna di spettacolo (che forse più semplicemente riuscirebbe a vivere e comprendere questa folle vita).

Ecco l'augurio che farei a tutti/e è quello di trovare in primis la serenità personale in questo 2018, proprio come il personaggio della Williams, e poi di trovarla con la propria metà perché alla fine "dipende tutto da noi" se le cose girano in un determinato modo.

"It's up to you, and it's up to me"





Agente  Mat  

2 commenti: