Fra i tanti Big in
gara al Festival di Sanremo è atteso il ritorno dei Decibel!
Enrico Ruggeri,
Silvio Capeccia e Fulvio Muzio tornano insieme sul
palco dell'Ariston dopo la partecipazione nel 1980 con
“Contessa”.
La band viene fondata fra
i banchi del liceo Berchet di Milano e fa il suo debutto nel 1976
alternando un periodo punk ad uno new wave. Dopo due album, Punk
del 1978 e Vivo da re del 1980, Ruggeri decide di
intraprendere la carriera da solista e la band si scioglie. In realtà
le loro strade si sono più volte divise nell'arco dei 40 anni e,
oltre ai due album sopracitati, ricordiamo anche Novecento
(1982), Desaparecida (1998) e Noblesse Oblige (2017)
E' sicuramente il
frontman del gruppo il volto più conosciuto al pubblico anche più
giovane; come solista Enrico
Ruggeri è salito sul palco dell'Ariston ben nove volte a
partire dal 1984 con Nuovo swing, nel 1986 con Rien ne va
plus, l'anno successivo con Umberto Tozzi e Gianni
Morandi si piazza al primo posto con Si può dare di più.
Nel 1993 vince con Mistero, nel 1996 partecipa al festival
con L'amore è un attimo, nel 2002 con Primavera a
Sarajevo, nell'edizione del 2003 porta un pezzo intenso come
Nessuno tocchi Caino, nel 2010 con La notte delle fate,
ed infine, nel 2016 Il primo amore non si scorda mai.
Il 2017 per i Decibel
è stato l'anno della reunion sancita dall'uscita dell'album
“Noblesse oblige” e dalla voglia di riprendere a suonare
dal vivo “suonando gli strumenti e non lavorando sui computer”
I Decibel pronti a
partecipare a Sanremo svelano che la canzone sanremese è un omaggio
a David Bowie dove la compianta rockstar, andato via
lasciando un'immensa eredità, ci parla attraverso la voce di
Ruggeri, per svelarci la scoperta dell'infinità che è dentro ognuno
di noi, di un mondo spirituale che ci permette di superare le
mediocrità della vita.
I Decibel
all'inizio della loro carriera sembravano veri e propri
extraterrestri nel mondo musicale «Tra tante melodie classiche,
noi ci ispiravamo ai gruppi inglesi, scardinando i canoni».
Riusciranno anche questa volta a lasciarci senza parole?
Decibel
"Lettera dal duca"
Testo: Enrico Ruggeri Musica: Fulvio Muzio, Silvio Giuseppe Capeccia
Il prossimo 6 febbraio tra i 20 Big
in gara al Festival di Sanremo 2018 ci sarà per la prima
volta, Lo Stato Sociale. Gruppo nato come «collettivo»
indie in un garage di Bologna e composto da Alberto Cazzola, Lodovico
Guenzi e Alberto Guidetti Enrico Roberto e Francesco
Draicchio presenterà un brano tratto dall'album in uscita il 9
febbraio che includerà tredici pezzi riassuntivi della loro
carriera.
Per chi, come me, non conoscesse il
gruppo vi regalo qualche informazione che ho trovato interrogando la
rete; ho scoperto innanzitutto che le tematiche trattate dalla band
sono di quelle impegnate (antirazzismo, antifascismo) e che, la loro capacità, sta nel giocare con questi argomenti in una sorta di realismo magico.
Ho anche scoperto che Lo Stato Sociale é tra i punti fermi
dell'indie italiano (in
ambito musicale, tale termine indica l'indipendenza dall'industria
discografica e dai modelli culturali correnti)
e fa dell'irriverenza e della protesta sociale, il suo stendardo,
come è successo più volte durante il concertone del primo maggio
trasmesso in diretta su Rai1.
In una recente
intervista, sulla partecipazione alla kermesse festivaliera gli
stessi ragazzi si sono espressicosì:
"La nostra regola è
che lì dove ci sono libertà e possibilità di dire le cose che
pensiamo, ci siamo anche noi […] Per Sanremo alla fine si tratta di
seguire semplici regole di buona educazione: non dire parolacce e non
esprimersi a livello politico. Questo un po’ mi dispiace, ma ci si
poteva stare. Continuano a farci terrorismo psicologico e a dirci che
salire sul palco dell’Ariston è una cosa assurda. Ma noi siamo in
cinque: terremo botta, come si dice a Bologna [...]L’ho detto e
non mi stancherò mai di dirlo", ha concluso Guidetti: "indie
non è un genere di musica. è un modo di fare quello che più ti
pare senza farsi dettare le regole dai grandi circuiti. E neanche
dalle etichette che man a mano ti piovono addosso. E neanche da
Sanremo”
Ammetto di non aver mai ascoltato niente di questa band e quando ho scoperto della loro partecipazione a Sanremo ho deciso di non andare su youtube o spotify di proposito perchè voglio arrivare al momento del loro "debutto" sul palco dell'Ariston senza alcun tipo di pregiudizio.
Quindi cari ragazzi attendo quindi con trepidazione la vostra esibizione.
Lo Stato Sociale
"Una vita in vacanza"
Testo e musica: Lodovico Guenzi, Alberto Cazzola, Matteo Romagnoli, Alberto Guidetti, Enrico Roberto, Francesco Draicco
Il cantautore scoperto da
Franco Battiato e portato al successo da Caterina Caselli
torna sul palco dell'Ariston, Giovanni Caccamo infatti è uno
dei 20 Big in gara al Festival di Sanremo 2018, che si
terrà dal 6 al 10 febbraio.
Dobbiamo anche dire che
il palco più famoso d'Italia ha portato fortuna a questo giovane e
dotato cantante e musicista che proprio grazie alla Città dei Fiori
è diventato popolare vincendo l'edizione del Festival del 2015 tra
le nuove proposte con il brano Ritornerò da te e per essere
giunto al terzo posto l'anno successivo nella categoria Big con la
canzone Via da qui cantato insieme a Deborah Iurato.
Il brano sanremese
anticipa l'album in uscita il 9 febbraio che lo stesso autore ha
definito come un progetto “fondamentale” aggiungendo
“Affronto per la prima volta la positività, l'amore, la luce e
la speranza […] La speranza di essere riuscito in questi mesi a
tradurre ogni piccola parte della mia anima in musica e parole. Con
questo cofanetto condivido con voi Giovanni, senza filtri, senza
paura, irradiato dalla luce dell'amore, un amore eterno in cui
ciascuno di noi deve imparare a crescere. Coltivare una relazione
richiede tempo, sacrificio, dedizione, determinazione, ma i benefici
del "prendersi cura", durano in eterno e riscaldano il
cuore. L'amore può salvare".
Nella serata dei duetti
Giovanni Caccamo si esibirà in duetto con Arisa
un'artista che, come lui, parla con la propria musica all'anima delle
persone centrando direttamente le emozioni.
A chi gli ha chiesto se
suonerà il suo amato pianoforte ha risposto:
“No, canterò in
piedi, con l’asta, immaginando la storia di chi mi guarderà. Sento
una gratitudine nei confronti della vita. Come fossi un idrante di
vernice bianca e volessi illuminare questo momento in cui attorno a
noi ci sono solo idranti di vernice nera. Dal terrorismo, alla crisi,
alla mancanza di lavoro… l’amore può salvare. Era questo il
primo titolo che avevo pensato per il mio brano. Poi l’ho chiamato
Eterno, realizzando il mio sogno di poter indicare il titolo con
un’unica parola.”
Giovanni Caccamo "Eterno"
Testo: Giovanni Caccamo, Cheope Musica: Giovanni Caccamo
Sul palco del teatro Ariston, tra i Big
in gara, spuntano anche i nomi di Diodato e Roy Paci.
Ok, fermi tutti. Questa volta ho dei
seri problemi. Probabilmente, anzi sicuramente in ambito musicale ho
dei limiti quindi dedicherò le righe che seguono a tutti quelli che, come
me, hanno dovuto ripescare nella memoria questi due nomi per poter
dare loro un volto.
Partiamo da una semplice domanda, chi
sono Diodato e Roy Paci?
Diodato partecipa nel 2014 al
Festival di Sanremo nella sezione “Nuove Proposte” con il brano
Babilonia e nella sfida finale conquista il secondo posto del podio lasciando lo scettro a Rocco Hunt e la
sua Nu juorno Buono. Riceve però il premio della giuria di qualità
presieduta all'epoca da Paolo Virzì che aggiunse:“In mezzo a
loro c’è un genio, Diodato [....] Io gli avrei dato tutto, gli
avrei messo in braccio Laetitia Casta”.
Nel periodo
successivo, il cantante, viene invitato da Fabio Fazio a partecipare alla
trasmissione di Rai 3 Che tempo che fa, in cui canta dal vivo in
collegamento da diversi luoghi d'Italia importanti capolavori della
musica italiana in chiusura della puntata serale domenicale del
programma. Nell’estate 2017 è stato opening act del concerto di
Max Gazzè, Carmen Consoli e Daniele Silvestri al Collisioni
Festival.
Sulla sua partecipazione al Festival della Canzone Italiana Diodato dichiara in
una recente intervista:
"Sì, torno al
Festival di Sanremo dopo quattro anni e lo faccio con un amico, con
un grandissimo musicista al mio fianco. Sin dal giorno in cui ho
registrato “Adesso” sul mio computerino a casa, ho pensato che
sarebbe stato bello avere un arrangiamento di fiati e, ovviamente, ho
pensato immediatamente a Roy.Mr Paci è, a mio avviso, un musicista
capace di far sentire tutta la passione, tutto il suo amore per la
musica in ogni nota che scrive e suona.
Pensare di vivere
questa esperienza insieme mi fa spuntare un sorriso sulle labbra,
perché insieme ci siamo sempre divertiti tanto ed è quel che faremo
anche questa volta".
Roy Paci, al contrario del compagno
d'avventura, esordisce per la prima volta alla kermesse sanremese.
Cantante, trombettista e compositore nasce ad Augusta nel 1969 e
comincia i suoi studi di pianoforte da piccolissimo approdando alla
tromba all'età di dieci anni. Al suo attivo ha la partecipazione in
più di 400 dischi come musicista, arrangiatore e produttore ed una
carriera impreziosita da collaborazioni tra cui spuntano i nomi di
Vinicio Capossela, Ivano Fossati, Daniele Silvestri, Manu Chao.
Il musicista ha partecipato anche a diversi
show televisivi tra cui Markette di Piero Chiambretti e Zelig che gli ha regalato la notorietà presso il grande pubblico.
Queste le parole di Roy Paci sulla sua avventura sanremese:
"Dividere il palco di Sanremo è quasi il coronamento di una
lunga “amicizia artistica” che ci lega sin dai tempi di
Babilonia, quando con Etnagigante abbiamo presentato il brano per la
partecipazione di Diodato a Sanremo Giovani, un bellissimo ricordo
per tutti noi, e credo che sia emozionante pensare di rivivere questa
avventura, anche se in delle vesti nuove.
Per me poi sarà la prima
volta “sul palco” del Festival, dopo anni di arrangiamenti per
altri e un’esperienza come direttore d’orchestra".
In un Festival di Sanremo al maschile ecco spuntare dal mazzo una regina.
Lei, Nina
Zilli, una delle quattro figure femminili scelte da Claudio Baglioni
per gareggiare fra i big della prossima edizione del Festival di
Sanremo che, come sappiamo, si svolgerà dal Teatro Ariston di
Sanremo, dal 6 al 10 febbraio 2018
Per
la cantante piacentina si tratta della terza partecipazione alla
kermesse sanremese nei big e della quarta partecipazione complessiva. Nel 2010 Nina Zilli partecipò a Sanremo nella categoria dei giovani, con
la canzone L'uomo che amava le donne, arrivando al terzo posto e
conquistando il Premio della Critica Mia Martini, il premio della
Sala Stampa Radio Tv “Lucio Dalla” ed il premio Assomusica 2010.
Esordì
poi nel 2012, nella categoria Big con la canzone Per sempre,
piazzandosi in settima posizione e nel 2015, sempre tra i Big, la
Zilli presentò la canzone Sola, conquistando il nono posto
finale.
Come
per altri cantanti anche Nina Zilli ha fatto la sua parte nel mondo
televisivo debuttando nel 2001 in Roxy Bar a fianco del grande Red
Ronnie. Ha fatto poi da spalla a Giorgio Panariello nello spettacolo Panariello non esiste nel 2012 e nel biennio 2015-2016 è stata
giudice di Italia's got Talent.
Che
sia questo l'anno del riscatto sul palco dell'Ariston? Che finalmente
il gradino più alto del podio ritorni ad una donna dopo 4 anni? (Fu
Arisa a vincere l'edizione del 2014 con Controvento)
Al
momento non possiamo saperlo e, leggendo le pagelle dei giornalisti
che hanno potuto ascoltare in anteprima i brani sanremesi il 18
gennaio, la cantante purtroppo non ha entusiasmato la platea. Ma
si sa, il più delle volte i pronostici vengono stravolti anzi,
esistono per essere stravolti, quindi mia cara Nina, come me tante
altre donne faranno il tifo per te!
I
miei complimenti per la scelta raffinata di Sergio Cammariere al suo
fianco nella serata dei duetti, un'accoppiata meravigliosa, un
virtuoso del pianoforte che saprà accompagnare magistralmente una
voce da brivido come quella di Nina Zilli.
Il carrozzone sanremese procede il suo
viaggio verso la 68esima edizione del Festival della Canzone Italiana portando con sé molti
nomi che hanno fatto la storia della musica per un certo
periodo di tempo.
Fra questi nomi ecco spuntare, come
meravigliosi fiori fra le piante secche Francesco Sarcina, Stefano
Verderi, Marco Castellani e Alessandro Deidda in una sola parola Le
Vibrazioni.
Dopo cinque anni dal loro scioglimento, la band è tornata finalmente
insieme e quale luogo migliore per festeggiare la reunion se non il
palco del Teatro Ariston a ben 13 anni dalla loro prima
partecipazione con "Ovunque andrò"?
In un festival dal sapore leggermente
vintage, Le Vibrazioni non saranno la novità ma di sicuro
rappresentano, o almeno è ciò che mi auguro, quella “botta di
vita” che serve per restare svegli e non cedere a Morfeo durante le cinque serate di spettacolo.
Nel 2014 Sarcina ha partecipato alla
kermesse presentandosi come solista con Nel tuo sorriso e In questa città piazzandosi al decimo posto ed è sempre lui, il
frontman della band, ad entrare nelle case degli italiani prendendo
parte a svariati programmi televisivi.
Lo ricordiamo nel 2014 come professore
di Amici di Maria de Filippi, sempre nello stesso anno in gara al
Summer Festival con le canzoni Giada e le mille esperienze e Femmina
e nel 2016 con la moglie Clizia Incorvaia a Pechino Express.
Il 2017 però è l'anno della reunion
ed è stato proprio l'ultimo tour da solista di Francesco Sarcina ha
dare il contributo. In una sua recente intervista il cantante ha
dichiarato:
“Sotto al palco ho visto tantissimi ragazzi cantare con
trasporto i vecchi brani de Le vibrazioni, soprattutto Vieni da me e
Dedicato a te, ma non solo. Ho capito che siamo stati un gruppo
importante nel panorama musicale italiano e penso anche che in questo
panorama ci sia bisogno di una band nuda e cruda come la nostra, una
band vera, senza trucco né inganno”
Il mio personale ringraziamento va
quindi a tutti quei ragazzi e non che sottopalco hanno intonato
quelle canzoni aiutando la band a trovare la propria strada. E quello che penso in questo preciso istante è che non è "Così sbagliato" il vostro ritorno anzi, è cosa buona e giusta.
Le Vibrazioni
"Così sbagliato"
Testo e musica: Francesco Sarcina, Andrea Bonomo, Luca Chiaravalli, Diego Simonetta
Sanremo 2018 è Max Gazzè. Inizia così la mia carrellata di 10 big che nei prossimi giorni vi illustrerò da Sfogata quale sono. Un amore sbocciato nel lontano 1999, quando il cantautore romano si presentò per la prima volta sul palco del Teatro Ariston di Sanremo, presentando nella categoria "Giovani" la sua canzone Una musica può fare.
Amore che non è mai appassito col passare del tempo, Max Gazzè riesce ad entrare ogni volta nel cuore di chi entra in sintonia col suo modo mai banale di fare musica anche quando approda alla Kermesse sanremese nelle sue altre tre partecipazioni; nel 2000 conIl timido ubriaco, nel 2008 conIl solito sessoe nel 2013 con i brani I tuoi maledettissimi impegnie Sotto casa.
Non solo una carriera da musicista, ma nel 2010 il cantautore esordisce nel film "Basilicata coast to coast" di Rocco Papaleo, nel quale non è solo attore ma anche autore della meravigliosa colonna sonora Mentre Dormi, semplicemente pura poesia.
Oltre alla musica, Max Gazzè è tornato ripetutamente sul set. Nel 2013 con 12 12 12 con la regia di Massimo Morini. L'anno successivo, nel 2014, appare sul grande schermo con due produzioni: Incompresa, per la regia di Asia Argento e Confusi e felici, regia di Massimiliano Bruno.
Nel 2017 un'altra doppietta sul grande schermo con Lasciami per sempre, regia di Simona Izzo e Monster Family dove presta la voce a Dracula nel cartone animato con regia di Holger Tappe.
Max Gazzè, un artista a 360° che riesce sempre ad arrivare con la sua voce e le sue poesie in musica al cuore di chi è pronto a farsi colpire.
E, sono certa, che anche quest'anno, con la sua umiltà e semplicità riuscirà a lasciare il segno.
Il segno che solo i veri Artisti lasciano.
Le Emozioni.
Max Gazzè
"La leggenda di Cristalda e Pizzomunno"
Testo: Francesco Gazzè Musica: Massimiliano Gazzè, Francesco De Benedittis
Ed arrivo così al mio decimo e ultimo Big in gara al Festival di Sanremo 2018, dato che da domani sarà l'agente Bon a proseguire il lungo cammino. Dulcis in fundo il nome è Red Canzian, un altro spicchio dei Pooh.
Come già detto per i due "fratelli di F" Facchinetti e Fogli, anche per lui varrebbe il discorso Elii e Pooh: "ma non avevate annunciato uno scioglimento e conseguente ritiro dalle scene?". Mal del resto la forza di un palcoscenico è talmente intrinseca che puoi mentire a te stesso quanto vuoi ma non puoi rinunciarci.
E così per la 68° edizione del Festival della Canzone Italiana avremo i Pooh spacchettati con ben 3/5 di essi sul palco; più possibilità di salire sul podio di questa edizione che in formazione singola. Ma mentre i due ex compagni portano una canzone, a detta di chi l'ha già ascoltata, più in linea con il loro stile, Red Canzian si butta sul ritmo di un rock/pop per trascinare a sé anche magari i giovani più amanti del genere ribelle.
Con "Ognuno ha il suo racconto", anticiperà l'uscita del suo terzo album da solista dopo "Io e Red" del 1986 e "L'istinto e le stelle" del 2014, ancora senza titolo, e chissà che nel brano non citi anche tutte le grandi donne che sono cadute ai suoi piedi da Marcella Bella a Patty Pravo, da Loredana Berté a Mia Martini fino a Serena Grandi.
Ma la sua arte non si ferma soltanto alla musica: oltre ad essere stato produttore e musicista nelle tournée di Malika Ayane e Pino Daniele, per citarne alcuni, Red si è dedicato anche alla pittura, altra sua grande passione. E chissà che per le sue esibizioni durante le serate del Festival non abbia curato anche una messa in scena particolare, mostrando tutte le sfaccettature del "suo racconto"...
E' una situazione molto complicata quella di Ron quest'anno a Sanremo, che torna per l'ottava partecipazione sul palco dell'Ariston con un brano scritto e rimasto per anni nel cassetto del compianto Lucio Dalla.
Complicata perché ci saranno sicuramente due fazioni: chi lo criticherà perché penserà magari ad una "bassa azione commerciale", sfruttando il brano rimasto inedito per anni di un amico che non c'è più; e chi lo apprezzerà perché del resto uno dei pochi che avrebbe potuto restituire la magia di questo grande artista scomparso troppo precocemente non può che essere un suo grande amico e collega.
Diciamo che io sono molto più vicino a questa seconda linea, sapendo il legame quasi fraterno e familiare che c'era tra Lucio Dalla e Ron, così come con Samuele Bersani, Gianni Morandi e Francesco De Gregori, quindi il fatto proprio che Rosalino Cellamare possa cantare un suo inedito mi fa stare tranquillo sul rispetto e la grande emozione che avrà nel presentarlo al grande pubblico.
E' pur vero che forse anche in minima parte, uno si domandi "ma se Lucio Dalla in tanti anni lo aveva sempre scartato e mai pubblicato, siamo proprio sicuri che volesse renderlo noto a tutti?". Ma tutto questo forse si dipanerà anche con la prima esibizione sul palco dell'Ariston perché, a quanto detto già dai giornalisti che hanno effettuato il pre ascolto, al momento è la migliore canzone nella rosa dei 20 per classe, eleganza, scrittura, anche se non del miglior Dalla.
Sicuramente Ron emozionerà la platea del festival con questa canzone e ci permetterà di ricordare a distanza di quasi 5 anni dalla sua morte improvvisa, un grande artista della musica italiana rimpianto veramente tanto.
E chissà se questa emozione sarà così forte da riportarlo anche alla vittoria, dopo l'enorme successo in coppia con Tosca per un'altra emozionante canzone ed entrata nel cuore di tutti "Vorrei incontrarti fra cent'anni": di anni ne sarebbero passati solo 22 ma sarebbe un doppio riconoscimento a due bravi ed umili artisti del nostro panorama italiano.
Come per gli Elio e le Storie Tese, sorpresa! Al grido "Ti Ritiri Tu? Tarararà", i Pooh si sono sciolti ufficialmente a dicembre 2016, con un ultimo concerto a Bologna festeggiando i 50 anni di carriera, ma di ritirarsi dalle scene manco per il ciufolo!
Ed ecco che Roby Facchinetti e Riccardo Fogli si uniscono per dare vita ad un duo (un gruppo low budget) per continuare a fare quello per cui sono nati: musica. E allora perché separarsi dal resto del gruppo, tra l'altro quello di maggior successo di sempre in Italia per "resistenza" e vendita? Problemi interni? Aspetto meramente economico?
Forse non lo sapremo mai, ma la formula intrapresa dai due ex Pooh ha già dato i primi frutti: l'album "Insieme" uscito a fine del 2017 che contiene 8 brani inediti, tra cui alcuni scritti dalla penna di Valerio Negrin, storico paroliere del gruppo, scomparso nel 2013, e tre cover.
Ad aprile poi porteranno dal vivo questo loro lavoro sia a Roma che a Milano, ripercorrendo anche tutta la loro carriera con il gruppo. Due mesi fa li avevo intervistati telefonicamente per Radioluiss e quindi come al solito torna la frase la "Hit Chart porta bene", dato che si scherzava anche su una loro possibile partecipazione al Festival, in futuro anche come presentatori magari.
Devo dire che li ho trovati molto simpatici e professionali e umili, quindi sull'aspetto umano non posso assolutamente dire niente, anche se musicalmente non mi hanno fatto mai impazzire (ho ancora una questione incompleta per un provino dove dovevo portare "Uomini soli" che ho profondamente odiato con tutte le mie forze) ma ascoltando il lavoro fatto nell'ultimo album c'era qualcosa di interessante.
Con "Il segreto del tempo" in gara in questo Festival di Sanremo 2018 magari ci sveleranno anche qual è il segreto per avere un successo senza tempo che dura da sempre, purché nella serata dei duetti ci risparmino la presenza dell'ex Dj Francesco, che a differenza del padre e degli "zii acquisiti", stava alla musica, come Claudio Baglioni a condurre il Festival Di Sanremo... Oops!
Era un peccato che Renzo Rubino non si sentisse e vedesse più da qualche tempo, ma con l'annuncio della sua partecipazione a Sanremo 2018 si torna a valorizzare un bravo giovane talentuoso.
Così dopo il terzo posto nei giovani nel 2013 con "Il postino (Amami uomo)" e il terzo posto nel 2014 tra i campioni con "Ora", Renzo torna a gareggiare nella super categoria per il terzo anno. Direi che il numero tre è il suo numero, anche se quest'anno punterà sicuramente ad un altro piazzamento.
Se devo essere completamente sincero ho apprezzato di più il terzo posto nella categoria dei Campioni, che quello nei giovani, che non mi aveva colpito e anzi mi era sembrata un po' una simpatica "paraculata" con l'inserimento anche della strofa lirica cantata dal tenore Matteo Falcier, ma nonostante questo il primo album non era stato affatto male.
"Poppins" infatti conteneva tanti brani "pop", pieni di ironia e autoironia ma con un messaggio come piacciono a me, e come sono cifra stilistica di Mirkoeilcane, uno degli otto giovani in gara quest'anno. Tra i miei preferiti c'erano appunto "Pop", brano che missava grandi successi italiani in una nuova super canzone, il Mazzinga del pop italiano; "Zoom" con il suo ritmo incalzante e la divertente "Paghi al kg".
Dopo "Secondo Rubino", uscito con la partecipazione del 2014 tra i Big di Sanremo, l'ultimo lavoro discografico di Renzo è stato proprio l'anno scorso con "Il gelato dopo il mare" che è stato anticipato dal singolo "La La La", che ammiccava nel titolo al grande successo del musical "La La Land", ma che può essere forse una versione, sempre ironica, rivista e corretta di "Destra / Sinistra" di Giorgio Gaber, passando in rassegna le cose più pop che ci sono.
Vedremo quest'anno cosa ci regalerà sul palco dell'Ariston, se si cimenterà con un brano ritmato e catchy o con una ballad più romantica ma sicuramente continuerà a "Custodire" il segreto di un'ottima scrittura musicale e testuale gelosamente per sé.
La quota donne quest'anno è molto esigua, solo quattro su 20 artisti in gara e così con l'Agente Bon ce le siamo divise equamente, anche se ho richiesto alla cara Ile di potermi scegliere le mie due quote femminili (del resto lei si è scelta in parte quelle maschili, pari opportunità per tutti no? :P).
E così, dopo Noemi, citando il suo primo brano sanremese in apertura, ho scelto la cara e bella Annalisa, alla quale anche sono molto legato: in primis perché credo sia la migliore artista femminile uscita da "Amici", con una voce incredibile che non fa notare minimamente le differenze tra il live e la versione studio, e poi perché ho partecipato al suo videoclip "Vincerò" nel 2015 che è rimasto uno dei più apprezzati.
Dal 2013, sua prima partecipazione, con quella di quest'anno diventano quattro le partecipazioni per la giovane cantautrice di Savona che dopo le due partecipazioni consecutive nel 2015 e 2016, torna a distanza di due anni dal Festival per presentare il suo nuovo lavoro.
Un assaggio del nuovo lavoro è stato già presentato ad ottobre con l'uscita del primo singolo "Direzione la vita", che anticipa il nuovo album in uscita dopo la trasferta sanremese e che arriva dopo l'enorme successo estivo insieme ai compagni di casa discografica, Benji & Fede, sulle note del tormentone estivo "Tutto per una ragione" di cui Annalisa è anche autrice.
Dopo quindi le prime due esperienze legate al "simpatico" KeKKo (con tre K) dei Modà, la Scarrone si è dedicata in prima persona alla scrittura dei suoi brani presenti nell'ultimo album "Se avessi un cuore" e così farà anche per il prossimo Sanremo 2018 con il brano "Il mondo prima di te" scritto con Alessandro Raina e l'ex fidanzato Davide Simonetta.
A febbraio capiremo quindi se per questa volta avrà optato per una ballad o qualcosa di più ritmato come gli ultimi brani ma ci sarà anche una missione: avendo quindi tolti tutti i rivali potrò finalmente dichiararmi ad Annalisa magari con qualche bel fiore di Sanremo sotto il palco dell'Ariston e "se saran rose, saran SCINTILLE".
Annalisa
"Il mondo prima di te"
Testo e musica: Alessandro Raina, Annalisa Scarrone, Davide Simonetta
Su questa coppia non ho sinceramente molto da dire, di sicuro una di quelle per cui la critica va in un brodo di giuggiole da subito, ma che al momento sulla carta per me non dice niente.
Ovviamente non si discute la bravura dei due artisti, Enzo Avitabile e Peppe Servillo, che uniscono le loro forze e la loro bravura per presentarsi a questo 68° Festival di Sanremo con il brano "Il coraggio di ogni giorno", che spero però vivamente non sia l'ennesima canzone sul fatto che a Napoli bisogna lottare sempre di più per farcela e che la vita è un sacco complicata e così via. Perché sinceramente la stessa tarantella, per rimanere in tema, strappa consensi non la potrei reggere.
Se per Enzo si tratta della sua prima partecipazione a Sanremo, per Peppe, fratello del celebre Toni Servillo ("film di merda, ma uno straordinario Toni Servillo" cit.), siamo già alla terza con quest'anno, vantando con il suo gruppo, la Piccola Orchestra Avion Travel, una vittoria nel 2000 con il brano "Sentimento"; vittoria per me scippata ai Subsonica con "Tutti i miei sbagli", che però troppo innovativi non avrebbero mai vinto, o alle più in linea con i gusti popolari Irene Grandi"La tua ragazza sempre" o Gerardina Trovato"Gechi e vampiri".
Quell'anno c'era Fabio Fazio alla conduzione, quest'anno Claudio Baglioni, e quindi sempre una sorta di liturgia troppo troppo ufficiale, a mio avviso, che potrebbe sì regalare un pezzo certamente ricercato ma dal poco appeal per le radio, che poi sono la principale fonte di un successo ancora oggi per un brano, perché, non per voler essere ripetitivo, è il festival della canzone italiana popolare e non per forza con diecimila introspezioni aggrovigliate su se stesse e incomprensibili.
Detto ciò comunque sono pronto ad ascoltare anche il loro brano, così come di tutti quelli in gara che non mi convincono per ricredermi, e nel frattempo rivolgo comunque i miei complimenti ad Enzo Avitabile per le vittorie ai David Di Donatello e ai Nastri D'Argento, per la colonna sonora del film "Indivisibili", che purtroppo non sono riuscito ancora a vedere ma che voglio assolutamente recuperare perché il trailer mi aveva letteralmente rapito.
Con questa divertente (e inedita citazione proprio) si apre la pagina dedicata agli Elio e le Storie Tese che tornano sul palco dell'Ariston dopo aver annunciato lo scioglimento (vedi Pooh) o il ritiro dalle scene (vedi Al Bano) proprio l'anno scorso a dicembre con un Concerto Definitivo, che forse però proprio definitivo non è stato.
Infatti dopo l'annuncio dei 20 Big di Sanremo 2018, in molti hanno storto il naso leggendo tra gli artisti proprio gli Elii, che effettivamente così vanno ad "occupare" il posto per un artista che magari aveva bisogno del Festival per presentare il suo nuovo lavoro. E così sorge spontanea la domanda: si sciolgono veramente?
Almeno fino al 30 giugno 2018 non se ne parla, come suggerisce il comunicato del "Tour D'Addio", con la data di "scadenza" in bella vista appunto, visto che sono state aggiunte delle date in varie città di Italia per salutare (veramente?) i propri fans; con la possibilità per chi non fosse di Milano e avesse già visto il concerto a Dicembre, di ricevere un biglietto omaggio per la propria città.
E allora anche il titolo spiritoso del brano sarà veramente un "Arrivedorci" o anche in questo caso è un'altra presa per i "fondenti"? Non era meglio a questo punto partecipare magari come super ospiti di una serata, per celebrare la loro carriera e le loro partecipazioni al Festival?
No. "Perché lo stesso Claudio ci ha invitati per salutare il nostro pubblico da questo palco prestigioso. E poi anche perché dopo due secondi posti e un buon dodicesimo posto, questa è la nostra ultima possibilità per aspirare al penultimo posto in classifica." Ci riusciranno? Lo sapremo solo ascoltando il brano dal 6 di febbraio con la speranza che ci facciano divertire e ascoltare buona musica come per "La Terra dei cachi" e "La canzone mononota", facendoci dimenticare "Vincere l'odio", la loro peggior prova di sempre (e non è perché sempre la buttano sul ridere scanzonato vanno premiati).
Sicuramente non ci sarà però Rocco Tanica (almeno nella formazione in gara), dato che ormai già da qualche anno aveva abbandonato il gruppo per dedicarsi alla carriera di "inviato/comico" per lo stesso Festival in modo eccezionale; io spero che almeno questo venga confermato da Claudio Baglioni.
Per quanto riguarda le sorti del resto del gruppo lo si scoprirà dopo il "Tour D'addio" anche se sicuramente Elio proseguirà la tournée teatrale con il musical "Spamalot" dei Monty Phyton per la regia di Claudio Insegno; un ottimo metodo per continuare a cantare e suonare su un palcoscenico!
L'unica cosa che non mi piace di questo duo per Sanremo 2018 è che, dalla maggior parte dei siti di scommesse e sulla carta, è già dato per super favorito alla vittoria finale, e come succede spesso "chi entra Papa esce cardinale".
Speriamo non sia la stessa sorte per Ermal Meta e Fabrizio Moro, due dei cantautori più forti del panorama musicale degli ultimi dieci anni, che arrivano al Festival di Sanremo con il brano "Non mi avete fatto niente".
Entrambi hanno portato negli anni dei brani fortissimi: dalla vittoria tra i giovani con "Pensa" per Fabrizio undici anni fa, a "Vietato morire" di Ermal l'anno scorso, che gli ha permesso un meritato terzo posto; ma sono stati anche grandi autori per brani spettacolari presentati sempre al festival da altri artisti come "Straordinario" di Chiara, scritto da Meta, nel 2015, o la celebre "Sono solo parole" di Noemi scritta da Moro nel 2012, solo per citarne alcuni
Sia Fabrizio che Ermal tornano sul palco dell'Ariston dopo le rispettive ottime performance dell'anno scorso con, rispettivamente, "Portami via" e la già citata "Vietato morire", che sono stati tra i brani più trasmessi e hanno permesso ai due cantautori due tour nei palazzetti dal forte impatto di pubblico e critica.
Insieme quindi saranno davvero una forza devastante e si prepareranno anche per due eventi importantissimi che li vedranno impegnati singolarmente nei mesi successivi.
Fabrizio Moro infatti aveva annunciato qualche giorno prima della nomina a Sanremo di uno straordinario concerto allo Stadio Olimpico di Roma, per il prossimo 16 giugno, che con quindi la partecipazione al Festival, assume il colore di una festa ancora più grande e un riconoscimento che al momento solo pochi artisti riescono a permettersi ed avere.
Per Ermal Meta invece dopo "Umano" e "Vietato morire" uscirà il nuovo album "Non abbiamo armi" che sarà presentato in anteprima speciale, con data zero, il prossimo 28 aprile al Forum Assago di Milano regalando a tutti i suoi fan un sicuro spettacolo di bella e ottima musica come ci ha abituati fin dai lontani tempi de La fame di Camilla.
Non so se si è capito, ma fremo dalla voglia di sentire il brano di questi due grandi artisti e incrocio tutto il possibile affinché si possa anche smentire, per una volta, i famosi detti popolari.
Ermal Meta e Fabrizio Moro
"Non mi avete fatto niente"
Testo e musica: Ermal Meta, Fabrizio Moro, Andrea Febo
Purtroppo è successo; di nuovo, improvvisamente; un altro grande artista se n'è andato troppo preso. Dolores O'Riordan, grande e particolare voce dei The Cranberries, è morta ieri all'età di soli 46 anni improvvisamente a Londra, dove si trovava per una sessione di registrazioni in studio.
Un nuovo, ennesimo, fulmine a ciel sereno, che spezza un altro pezzo della mia infanzia e di tutta quella generazione che negli anni '90 viveva sui banchi di scuola le novità musicali attraverso i walkman e le musicassette.
Dolores e quindi The Cranberries, così come Chester e i Linkin Park, o seppure i più agées David Bowie, Prince e George Michael, sono stati per tante generazioni dei veri simboli, dei miti ed è per questo che quando vengono a mancare personaggi così di rilievo, tutti ma proprio tutti si sentono in dovere di esprimere un pensiero che li lega a loro.
Sono personaggi pubblici, che sono entrati nella vita comune di ognuno di noi e allora perché non poter dedicare qualche momento sulla bacheca di Facebook o con un breve tweet all'arte e passione che hanno regalato a tutti noi? Come del resto ha detto anche la mia amica Denise (@dueditanelcuore), in una sua storia su Instagram, 'abbiamo le bacheche inondate di grandi canzoni e non di robaccia che dobbiamo sorbirci ogni giorno'.
Sfido chiunque della mia generazione e anche più grande, a non aver provato a cantare almeno una volta la loro hit "Zombie" ad una festa o ad un karaoke in un pub, non riuscendo ad arrivare minimamente alle sfumature che solo la voce inconfondibile di Dolores poteva raggiungere. E così con "Animal instinct" o il video di "Just my imagination", giocato sul bianco e nero e colori che comunque alla fine mi ha sempre trasmesso tanta positività quando lo beccavo sulla Mtv che fu.
Ed ecco è forse è proprio questo: noi cresciuti a pane ed Mtv, che la musica la potevamo guardare solo su quel magico canale, e non a getto continuo come ora su un qualsiasi canale YouTube, la sapevamo apprezzare di più ed è per questo che quando uno dei punti cardine della nostra gioventù musicale, con i quali siamo cresciuti, viene a mancare ci sentiamo più tristi e con la voglia di pubblicare sui nostri muri virtuali, come fossero quelli che contenevano i poster in cameretta, la musica di questi personaggi; perché quello che ci hanno donato rimarrà sempre ed è l'unico modo che ci rimane per mantenerli in vita è proprio questo.
Quindi smettiamola di fare sempre quelli che si lamentano di tutto e per tutto, che non ha veramente senso; e ben vengano anche i fan dell'ultimo momento: per scoprire grandi talent non c'è mai un tempo limite, se non poi il rimpianto di non averli apprezzati prima.
Se mancherà un po' di condimento a questo Festival ci penserà Luca Barbarossa che porterà alla sua nona partecipazione a Sanremo un brano in romano dal titolo originale "Passame er sale".
In effetti la paura di molti, dopo le fortunatissime annate di Carlo Conti, è che questo Sanremo sia leggermente insipido e per questo Barbarossa si premunisce portando la sua romanità ed un titolo in dialetto che sicuramente attira la curiosità, quanto meno la mia.
Per poterlo realmente ascoltare dovremo attendere ancora qualche settimana (a parte i fortunati giornalisti della carta stampata tra un paio di giorni con il preascolto a Milano) e capire se anche il resto della canzone strizzerà l'occhio al dialetto della capitale (con buona pace di Salvini) in modo anche scanzonato.
L'ultima sua apparizione sul palco dell'Ariston risale al 2011, con il Sanremo targato Morandi (un altro cantante/direttore artistico/conduttore), dove in compagnia di Raquel Del Rosario, ex moglie di Fernando Alonso, portò "Fino in fondo" un midtempo pop orecchiabile e a mio avviso la canzone migliore di un'edizione trascurabile, che però si classificò soltanto ottava, ma superando la mattanza delle eliminazioni.
Ma Luca ha avuto già comunque la sua soddisfazione: nel 1992 infatti vinse la kermesse canora italiana con il celebre brano "Portami a ballare" dedicato alla mamma Annamaria e che gli permise anche di partecipare all'Eurovision di quell'anno. Su quella vittoria, o meglio su quella edizione, aleggia ancora un velo di mistero dato che nella prima serata Mario Appignani, denominato "Cavallo pazzo" (il Paolini di quel tempo) salì sul palco rubando il microfono di Pippo Baudo per annunciare, prima di essere fermato e portato via, che il Festival era truccato e quell'anno l'avrebbe vinto Fausto Leali. Da questo i maligni insinuano che l'organizzazione abbia poi deciso di non "cambiare" il vincitore in Barbarossa appunto e relegando Leali ad un lontano nono posto; nonostante questo rimane uno dei suoi brani più emozionanti e delicati e quindi comunque sia stato una vittoria giustificata.
Non solo cantautorato nella carriera di Barbarossa: dal 2010 infatti lo posso definire collega radiofonico dato che conduce con successo Radio 2 Social Club dove quotidianamente riceve, in questa sorta di locale immaginario, diversi ospiti per parlare di loro e fare musica, aiutato negli anni da grandi artisti comici e imitatori quali Virginia Raffaele, Lucia Ocone, Paola Minaccioni e Andrea Perrone.
Trasmissione che, almeno per la settimana festivaliera, sarà orfana del suo ideatore, concentrato sulla manifestazione; oppure sarà tanta l'adrenalina in corpo che non riuscirà a non fare qualche incursione presso il van di Radio2 che sicuramente si trasferirà in riviera?
Ci siamo! Con la presentazione del primo artista dei 20 Big che calcheranno il palco dell'Ariston inizia ufficialmente il countdown per Sanremo 2018 e chi potevo scegliere per debuttare con la nostra rubrica se non la roscia più simpatica della canzone italiana?
Noemi partecipa per il quinto anno al Festival di Sanremo ed è con enorme piacere che apro la rubrica sui Big con lei perché sono molto legato a quest'artista: la trovo una delle artiste, della cosiddetta nuova generazione, tra le più interessanti per timbro vocale e per la sua persona, sempre umile e disponibile a rilasciare interviste e concedere uno scambio di opinioni.
Oltre al livello "fan" sono legato a Noemi essendo stata una delle prime artiste che intervistai nel lontano 2010, al mio (e suo) primo festival e ricordo ancora di essere stato, per Radioluiss a quei tempi, colui che in sala stampa le annunciava a sorpresa che sia "Per tutta la vita" nel 2010 che "Sono solo parole" nel 2012 debuttarono al primo posto della classifica iTunes.
Per la quinta volta, seguendo la presenza in ogni anno pari (2010-2012-2014-2016), Noemi con la sua partecipazione a Sanremo anticipa il nuovo lavoro discografico, presentato già a settembre con il primo singolo "Autunno", uptempo dal chiaro rimando a "Riccione" dei Thegiornalisti (e del resto Tommaso Paradiso ne è uno degli autori), e dalla cover de "I miei rimedi" dei La Rua, con un video girato alla reggia di Caserta e realizzato in pieno stile Maria Antonietta ricordando il film di Sofia Coppola.
E proprio "I miei rimedi" sembra essere scritta apposta per Veronica, riportandola a quel sound che l'ha fatta amare a tutti fin dagli esordi e che quindi speriamo possa portare nuovamente sul palco di Sanremo e nel nuovo album che uscirà dopo la manifestazione. In questi mesi di preparazione tra l'atro l'abbiamo potuta sentire cantare in compagnia di Cristina D'Avena la sigla di Lady Oscar, cartone amatissimo da Noemi, in "Duets" della cantante più amata da tutte le generazioni di bambini e non solo
Per il futuro Noemi ha confermato la sua assenza, dopo tre edizioni, dietro la poltrona girevole di The Voice of Italy per concentrarsi al massimo sulla sua carriera musicale che non vediamo l'ora possa portarla a girare nuovamente l'Italia nei prossimi mesi. Per il prossimo futuro intanto speriamo in un'ottima performance a Sanremo 2018, per risarcirla soprattutto per la sfiorata vittoria con "Sono solo parole" e il quarto posto di "Per tutta la vita"
Noemi
"Non smettere mai di cercarmi"
Testo: Massimiliano Pelan, Diego Calvetti, Veronica Scopelliti
Un tempo c'era "La febbre del sabato sera". In questo periodo leggo di tanti amici e non a letto con la febbre dovuta alla stagione, ma i sintomi che ho io da ieri sono quelli di febbre da musical!
Da ieri, quando finalmente sono riuscito a vedere il tanto osannato "The Greatest Showman", non faccio altro che ascoltare in loop la stratosferica e potente colonna sonora che con le immagini di questo nuovo musical cinematografico ti danno una carica così forte che vi dico solo che, tornato a casa all'una di notte euforico, mi sono svegliato alle nove e sono andato in palestra (io! capito? di mattina?!?) per cercare di scaricare tutta l'adrenalina ricevuta e non ci sono ancora riuscito del tutto.
Non mi succedeva da diversi anni che un musical mi facesse questo effetto e più precisamente dal 2001 quando "Moulin Rouge" mi stregò completamente, diventando il mio musical preferito tutt'ora. E proprio come ha notato la mia amica Ale Carraro , tante sono le similitudini con il film basato sul leggendario locale di Parigi e il circo creato da Hugh Jackman e la sua combriccola di straordinari freeks.
Ma con questo "sfogo" voglio solo consigliarvi di correre a recuperarlo se ancora non l'avete visto perché di film così forti era un po' di tempo che non ne uscivano. E sì che "La La Land" pure mi aveva colpito fortemente meno di un anno fa, ma questo è il vero POP musical capace con la sola forza delle sue canzoni semplici e "popolari" appunto, di trascinarti nel suo vortice di energia che fuoriesce da ogni angolo dello schermo grazie anche a delle scenografie pazzesche e lo sfarzo dei costumi.
Ma se in "La La Land" i testi di Justin Paul erano legati all'inconfondibile e ricercato spirito jazz di Justin Hurwitz, qui sposano il più catchy ritmo delle canzoni da classifica per diventare indimenticabili brani nel futuro prossimo. La mia preferita è sicuramente "Never enough", ballata intensa ed essenziale interpretata da Rebecca Ferguson, che non ha bisogno di troppi fronzoli per farti venire la pelle d'oca ad un passo dalla fine primo tempo e far sì che tu possa capitolare se ancora non l'avessi fatto con le precedenti canzoni.
Ma anche "Rewrite the stars", uptempo cantata e ballata sul trapezio con prese da acrobati da Zac Efron e Zendaya, lascia il segno, come anche l'apertura con Hugh Jackman in "The Greatest Show" o con Michelle Williams in "A million Dreams", per non citare anche quelle di ensemble come "This is me" capitanata da Keala Settle e "From now on". Insomma una meglio dell'altra, tanto che mi hanno spinto, sempre in questa mattinata energica, a comprare l'intera colonna sonora anche per la bellezza delle voci e della bravura degli attori.
Tra tutti sicuramente spicca Hugh Jackman, che interpreta la riscrittura cinematografica di P.T. Barnum, l'inventore del circo in America, realmente esistito, che balla, canta e recita in modo incredibile; ma del resto le sue caratteristiche artistiche erano già uscite ne "Les Misérables", che nel complesso comunque a me non era piaciuto affatto, dove però era stato tutto girato cantando in presa diretta e non con basi registrate sotto. Sicuramente non sfigura anche Zac Efron, nato e cresciuto con i musical fin da ragazzino, ma che ancora sul ballo mostra qualche piccola pecca, e le meravigliose donne da Zendaya a Keala Settle a Rebecca Ferguson.
Ma, seppure con un ruolo apparentemente marginale, mi vorrei soffermare sul personaggio di Michelle Williams: una donna serena, capace di seguire il marito in ogni sua folle immaginazione seppur non comprendendone il mondo (non essendo e non avendo lei minimamente velleità artistiche) ma sposandone sempre la causa con entusiasmo come del resto canta nel suo unico brano da solista "Tightrope". Ed ecco, forse la donna che ricerco io è proprio questa: che possa comprendere e amare chi sei e ciò che fai senza per forza e necessariamente essere una donna di spettacolo (che forse più semplicemente riuscirebbe a vivere e comprendere questa folle vita).
Ecco l'augurio che farei a tutti/e è quello di trovare in primis la serenità personale in questo 2018, proprio come il personaggio della Williams, e poi di trovarla con la propria metà perché alla fine "dipende tutto da noi" se le cose girano in un determinato modo.